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L’arte del legno

L’arte del legno

Lavorazione legno

I boschi di latifoglie e quelli di conifere offrirono, attraverso i secoli, nell’intero Agordino, materia prima non solo per riscaldarsi e cuocere gli alimenti ma anche per l’attività di falegnami e carpentieri, che raggiunsero grande abilità nel produrre utensili e mobili per le case, robuste capriate per i tetti coperti un tempo di tavolette lignee, rivestimenti per i soggiorni dalle grandi stufe, rustici per il ricovero di animali e per il fieno.

Ogni paese aveva la sua segheria veneziana, mossa ad energia idraulica dapprima e in seguito ad energia elettrica per ridurre i tronchi in tavole di diverso spessore; ma oggi questa attività è quasi scomparsa.
Figure insigni nella scultura caratterizzarono le nostre valli.

Nel Seicento acquistò grande fama Fioravante Costa, nato a Taibon a metà del secolo ed esponente di una famiglia di artisti del legno e della pietra, specialisti nel creare altari in cui esercitavano la loro particolare abilità di intagliatori, endoradori e scultori. Il capolavoro di questo artista è l’altar maggiore della Pieve di Canal San Bovo, ma tutto il basso Agordino è ricco delle sue opere. Il figlio Antonio ne continuò l’attività anche nell’antica chiesa di Santa Maria delle Grazie e Cencenighe.

Nel Settecento molto famoso divenne Giovanni Marchiori, nato a Caviola, ma vissuto per circa 48 anni a Venezia e morto a Treviso all’età di 82 anni. Successore ed emulo del Brustolon fu predecessore del Canova. Le sue opere si ritrovano in tante chiese veneziane e trevisane, ma anche in altre città italiane e a San Pietroburgo, Londra e Berlino.

Nel tardo Ottocento, Amedeo Da Pos di Canale d’Agordo e Pietro Amedeo Lazzaris di Vallada lasciarono statue di santi e crocifissi molto pregiati, come del resto qualche decennio dopo Valentino Riva di Alleghe; Zanetto Andrich di Vallada invece ebbe bottega sua a Venezia, distinguendosi tra l’altro nella decorazione di gondole ed altre imbarcazioni. Nel secolo scorso Augusto Murer e Dante Moro di Falcade ebbero una ricca produzione di statue e di bassorilievi, toccando vertici incomparabili.

Nella tranquillità dei boschi di Molino di Falcade è possibile visitare tutto l’anno il museo all’aperto e l’atelier di Augusto Murer con una ricca raccolta di capolavori che tengono viva e presente la memoria dello scultore a venticinque anni dalla scomparsa.

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